Perché esiste il mito delle Origini?
L’uomo ha da sempre avuto bisogno di raccontare una storia intorno alla nascita del cosmo e dell’umanità, e ancor di più intorno alla questione dell’origine del male e della sofferenza.
Il bisogno primordiale di narrazione insito nell’uomo è testimoniato dai graffiti rupestri. Quello che non possiamo raccontare non esiste, e il nostro presente rischia di perdere senso se non lo collochiamo in una storia di cui siamo frutto e possibilità di cambiamento.
Il mito delle Origini nelle varie culture prevede sempre una narrazione che conduce ad una divinità iniziale che decide di fare dono della vita alla terra e all’uomo.
Di solito in queste narrazioni l’equilibrio iniziale viene quasi subito sconvolto da un evento. Qualcuno che rubando qualcosa (Prometeo ruba il fuoco agli Dei) o trasgredendo un divieto (Eva mangia la mela e Pandora apre il vaso) scatena problemi agli uomini, che si trovano a dover fare i conti con i limiti di una vita mortale.
L’apparente ingenuità di questi racconti racchiude, in realtà, la grande saggezza di conoscere il funzionamento profondo dell’animo umano. Quest’ultimo per evolvere passa continuamente da una situazione statica di equilibrio a una di cambiamento, spesso attraversando un conflitto, una cacciata, un taglio, una partenza.
Raccontare una storia intorno alle proprie radici è importante. Non solo a livello comunitario, ma anche a livello individuale: chi non conosce le proprie origini, la storia della propria famiglia e dei propri antenati rischia di non conoscere alcune importanti parti di sé.
Origo21 è un percorso artistico che diventa un vero e proprio viaggio interiore attraverso le radici e i miti delle origini personali e collettive, con l’intento di prendere maggiore consapevolezza della propria responsabilità: solo chi conosce il proprio passato e lo accoglie può cambiare il futuro.
“Ti racconterò delle origini.
Della notte che ha visto la prima scintilla e del gemito da cui sei nato.”
Manuela Toto